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al testo di Antonio Colombo
Ashtray
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A volte accade, anche se non vorresti che accadesse mai, ma è così. Esco sul prato incolto, dove le erbacce pullulano indisturbate, il gazebo per i fumatori è li ad aspettarmi, con la sua aria stantia e i portacenere zeppi di sigarette. Una ventola rumorosa rovina la quiete, segno evidente di un degrado antico, intorno è tutto un campo di battaglia, resti lasciati al vento, ad aspettare una nuova era. Sfarzi antichi si affacciano alla mia mente, segnali di potere, uomini colti e fattezze gentili, cose che non si trovano più, macinate dal mulino dello sviluppo incontenibile, quello che tutto macina, sentimenti inclusi. Vagano, come me, in cerca di un motivo, preoccupati del domani, a ragione.
Il mondo è cambiato in fretta, ha lasciato dietro a se rovine, scarti umani e materiali, come sempre nelle guerre ... economiche e non.
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